BATTLESHIP ISLAND, THE

Titolo Coreano:

군함도

Pronuncia Originale:

Goon-ham-do

Titolo Italiano:

L'isola della Corazzata

Regista:

Anno:

2017

Durata:

132

Nazione:

Corea del Sud

Formato:

DCP

Tipologia:

Colore:

Colore

Lingua:

Coreano

Sottotitoli:

Italiano, Inglese

Produzione:

Distribuzione Internazionale:

Sceneggiatori:

,

Musiche:

Direttore alla Fotografia:

Edizione Festival:

Sezione Festival:

Sinossi:

1944, durante il secondo conflitto mondiale, nell’epoca del dominio giapponese sulla Corea, un gruppo di coreani attirati da false promesse si reca nell’isola Hashima, e scoprono che le persone che vivono su quell’isola sono schiavi del governo giapponese.
Mentre la guerra del Pacifico si avvicina alla fine, Park Moo Young (Song Joong Ki), un attivista del movimento per l’indipendenza coreana, scopre che i giapponesi, vicini alla sconfitta del conflitto vogliono far saltare in aria l’isola per nasconde il terribile trattamento dei suoi abitanti. Decide così di organizzare un piano di fuga per lui e gli altri 400 coreani.

Recensione Film:

Si parla spesso del secondo conflitto mondiale e delle barbarie giapponesi, ma quello che fa Ryoo Seung -wan in “Battleship Island” è raccontare una storia dentro la storia. In una narrazione dichiaratamente fittizia degli eventi, il regista racconta la realtà di quello che accadeva nel campi di lavoro giapponesi in cui gli uomini venivano mandati a raccogliere carbone e altre materie di prima necessità per le milizie giapponesi, e le donne venivano ridotte a schiave sessuali (confort woman). Questa ferita aperta tra il popolo coreano e quello giapponese non è tuttavia il fulcro della narrazione, ma è parte di un quadro molto più grande e complesso in cui tutti i personaggi più che interpretare un ruolo rappresentano un sentimento. La rabbia, la frustrazione, l’astuzia e il patriottismo dei personaggi s’incontrano e scontrano attraverso la cattiveria e la freddezza dei militari giapponesi che non vedono altro che degli schiavi nei 400 coreani che abitano l’isola di Hashima, chiamata “The Battleship Island” a causa della sua forma simile ad una nave da guerra giapponese. Fedele al suo stile spettacolare e ricco d’azione il regista cerca di rinvigorire con forza l’orgoglio nazionale coreano. La suggestiva scena del taglio della bandiera imperiale giapponese racchiude il dolore a la rabbia di un popolo reso schiavo ma che non si arrende a soccombere al tiranno che li vuole annullare. “Se anche solo uno di noi sopravvivrà avremo vinto” questa frase racchiude il significato dell’intero film che non vuole raccontare un momento reale della storia ma vuole ricordare le cose che sono avvenute.
Testo Critico di Veronica Croce