Sinossi
Il centoduesimo lungometraggio del regista Im Kwon-taek è basato su un romanzo di Kim Hoon.
Uomo rispettabile a lavoro, il Signor Oh è diviso fra una vita professionale impegnativa e una moglie malata terminale. Mentre si prende cura della moglie, in lui cresce un'irrefrenabile infatuazione per la sua subordinata Choo Eun-joo, la cui sola esistenza simboleggia la vita perfetta che lui non potrà mai avere.
Recensione Film
Intimo e trascinante più che mai, “Revivre” è il settimo film che Ahn Sung-ki realizza insieme a un mostro sacro del cinema coreano come Im Kwon-taek. Tutto basato sul contrasto tra situazioni e sentimenti opposti (vita/morte, salute/malattia, inibizione/erotismo, ecc.), il film si sviluppa come un attento studio psicologico del protagonista, un uomo costantemente attraversato da un dissidio fisico e morale, attanagliato da un senso di colpa che lo spinge a interrogarsi costantemente sulla natura dei suoi sentimenti. La cinepresa di Im Kwon-taek mostra la deriva di cui è vittima il signor Ho senza pudori e con estremo realismo, mentre nello sforzo di rendere a pieno la dolente situazione di chi si ritrova in un limbo esistenziale tra la vita e la morte, tra il presente e il passato, Ahn Sung-ki affida la sua recitazione all’intensità di uno sguardo silente e alla forza espressiva dei più piccoli movimenti del corpo: un registro misuratissimo, in cui ogni movimento rappresenta la traccia di un’emozione.