

INTO THE MIRROR
Nel centro commerciale Dreampia, prossimo alla riapertura, aleggia una maledizione: l’orribile morte di diverse persone sembra abbia che fare con gli specchi. La spiegazione risale all’incendio di un anno prima, in cui morirono molte persone. Spetterà alla guardia di sicurezza Woo Yeong-min e al poliziotto Ha Hyeon-su trovare la soluzione, mentre nel frattempo cercano di dissuadere i burocrati dall’imminente inaugurazione. Il sangue, però, scorre senza interruzioni..
Tipico esempio per cui gli originali sono quasi sempre migliori dei remake. L’esordio horror di Kim Sung-ho viene rifatto a Hollywood con lifting poco convincente cinque anni dopo, da Alexandre Aja: ma Riflessi di paura non convince mai nel dosaggio di sangue e spaventi, che invece è uno dei valori – seppure puramente di genere - di Into the Mirror. Sono efficaci gli omicidi (in particolare quello in auto nel parcheggio sotterraneo); mentre il finale nero suona come uno sberleffo. Il regista (anche sceneggiatore) è sapiente nel creare un’atmosfera minacciosa che sfrutta bene gli spazi del set; e con il sostegno di interpreti in parte, riesce a manovrare la suspense con bella capacità. Gli appassionati di cinema coreano contemporaneo riconosceranno molti volti noti: Yoo Ji-tae (Old Boy), Kim Myeong-min (Sorum), Kim Myeong-su (JSA – Joint Security Area), Kim Hye-na (Flower Island), Jeong Eun-pyo (Bet on My Disco).