GOOD RAIN KNOWS, A

Titolo Coreano:

호우시절

Pronuncia Originale:

Ho-woo-si-jeol

Titolo Italiano:

La Stagione della Pioggia Propizia

Regista:

Anno:

2009

Durata:

100 Minuti

Nazione:

Corea del Sud

Formato:

35mm

Tipologia:

Colore:

Colore

Lingua:

Coreano

Sottotitoli:

Italiano, Inglese

Genere:

Produzione:

,

Distribuzione Internazionale:

Sceneggiatori:

Musiche:

Direttore alla Fotografia:

Montaggio:

Edizione Festival:

Sezione Festival:

Rassegna/Retrospettiva:

Sinossi:

Dong-ha è un coreano di circa trent’anni. Per conto della propria azienda di costruzioni si reca in Cina, in una città che è stata colpita da un violento terremoto. Qui incontra per caso May, una vecchia compagna di studi conosciuta qualche anno prima negli USA, che lavora come guida turistica. In passato i due avevano taciuto una profonda, reciproca passione e si erano allontanati prima di dichiararsi l’uno all’altra. Ora cercano di riallacciare quel legame affettivo che il tempo forse non è ancora riuscito a cancellare del tutto. May, tuttavia, nasconde un doloroso segreto.

Recensione Film:

Con A Good Rain Knows Hur Jin-ho tenta un rinnovamento del proprio stile: è il primo film ambientato fuori dalla Corea, è recitato in gran parte in inglese e ha uno sfondo totalmente metropolitano. Tuttavia, nonostante questi significativi cambiamenti, la struttura drammatica del film è simile a quella delle opere precedenti. Al centro della storia c’è di nuovo un percorso di scoperta sentimentale, sul quale però stavolta pesa in maniera determinante la presenza di un doppio passato: quello di una storia d’amore incompiuta e quello di un grave lutto. May è un personaggio dalle molteplici caratteristiche: se all’inizio il suo comportamento di donna inafferrabile e misteriosa può apparire parte di un gioco seduttivo, con il procedere del film affiora in lei un vissuto ben più traumatico. Il ritmo del racconto, che registra puntualmente tale percorso di incompiutezza, si concentra quasi tutto sui dialoghi tra i due amanti, ambientati in luoghi (l’aeroporto, il parco, il ristorante, la camera d’albergo) anonimi e stranianti.