DIE BAD

Titolo Coreano:

죽거나 혹은 나쁘거나

Pronuncia Originale:

Jukgeona hokeun nabbeugeona

Titolo Italiano:

Morte Dolorosa

Regista:

Anno:

2000

Durata:

98 min

Nazione:

Corea del Sud

Formato:

35mm

Tipologia:

Lingua:

Coreano

Sottotitoli:

Italiano, Inglese

Genere:

,

Distribuzione Internazionale:

Sceneggiatori:

Musiche:

Direttore alla Fotografia:

Edizione Festival:

Sinossi:

Il film è composto da quattro episodi. Seok-hwan e Sung-bin, studenti di un istituto tecnico con il complesso dell'inferiorità, incontrano Hyeon-su e altri studenti in una sala da biliardo. Sung-bin uccide accidentalmente Hyeon-su. Dopo aver scontato una pena di sette anni viene rilasciato, ma viene perseguitato dallo spettro della vittima. Non riesce più a reinserirsi nella società e si unisce a una gang criminale. Nel frattempo Seok-hwan, diventato un poliziotto, affronta Tae-hoon, uno dei capi della banda a cui si è unito Sung-bin. Il fratello minore di Seok-hwan, Sang-hwan, nutre una grande ammirazione per la vita da gangster e si unisce alla banda di Sung-bin. Quando sembrerà chiaro che il fratello diventerà un capro espiatorio, Sang-hwan va da Sung-bin e lo sfida a duello.

Recensione Film:

Esordio alla regia di Ryoo Seung-wan, il film sembra contenere in nuce molti degli elementi che caratterizzeranno lo stile e la poetica del regista coreano. Anche se potrebbe apparire ancora acerbo (se paragonato alle prove successive di Ryoo), Die Bad ha una sincerità di fondo e una forza espressiva non comuni per un esordiente, soprattutto se si considera la scansione del film (a episodi) e la volontà di dare alla narrazione una cornice di genere (il gangster-movie), seppur abbozzata. Tuttavia è già ben delineato il sentimento di Ryoo verso suoi personaggi, che si muovono ai margini di una società ottusamente “darwiniana”, dove l'obbligo dell'eccellenza e il mito del denaro dettano feroci regole a un'umanità sempre più sola, incattivita e priva di ogni speranza per il futuro. Sentimenti come la violenza, la sopraffazione, la vendetta diventano così l'unico strumento per uscire fuori da una stagnante condizione di torpore esistenziale.