BOOMERANG FAMILY

Titolo Coreano:

고령화 가족

Pronuncia Originale:

Goryeonghwa Gajok

Titolo Italiano:

La Famiglia Boomerang

Regista:

Anno:

2013

Durata:

113 min

Nazione:

Corea del Sud

Formato:

35mm

Tipologia:

Colore:

Colore

Lingua:

Coreano

Sottotitoli:

Italiano, Inglese

Genere:

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Produzione:

Distribuzione Internazionale:

Musiche:

Direttore alla Fotografia:

,

Montaggio:

Direttore Artistico:

Direttore delle Luci:

Costumista:

Effetti Speciali:

Edizione Festival:

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Sezione Festival:

Sinossi:

Quando i figli della signora Oh tornano a vivere tutti sotto il suo tetto, le cose in famiglia si complicano non poco. Il maggiore, Han-mo, ex galeotto primitivo e prepotente, da sempre vive con la mamma ed è gelosissimo del fratello In-mo, regista disincantato che, al culmine di una crisi esistenziale e professionale, ha deciso di rifugiarsi nel nido materno. Ma c’è anche la sorella, Mi-yun, donna orgogliosa e intraprendente, tornata all’ovile alla vigilia del secondo divorzio, con tanto di figlia adolescente al seguito. La convivenza non sarà facile per nessuno e riporterà a galla antiche rivalità e segreti inconfessabili. Riuscirà la madre, amorevole e paziente, a ristabilire la pace in famiglia?

Recensione Film:

Tratto dal romanzo Aging Family di Chun Myung-gwan, Boomerang Family è una commedia agrodolce, a tratti drammatica, che affronta un tema assai caro alla cinematografia coreana: la famiglia. Il cinema K-style, infatti, negli anni ci ha offerto innumerevoli ritratti di famiglia, di nuclei insondabili in cui si annidano conflitti profondi, cumuli di menzogne e segreti insospettabili. Il regista Song Hae-sung propone qui un’ulteriore versione della vita domestica, ricca di sfumature e di elementi che sono meno riconducibili alla rappresentazione diffusa delle precedenti pellicole dedicate al focolare. Innanzitutto, la famiglia Oh è, sì, del genere ‘disfunzionale’, ma appartiene alla classe media, e si differenzia quindi dal nutrito gruppo di famiglie aristocratiche o alto-borghesi cui la cinematografia nazionale ha finora riservato ampio spazio, con tutti i tormenti e le debolezze del caso. I temi forti della sessualità, dell’incesto, del tradimento, tipici di molte faide familiari cinematografiche, sono qui assenti o comunque appena accennati, per lasciare il posto a problematiche e sentimenti meno estremi, più quotidiani. Certo, anche questi personaggi hanno conflitti interiori da risolvere e dinamiche casalinghe su cui lavorare, ma la dimensione in cui si muovono è più vicina alla realtà di molti di noi, e per questo ci risultano più empatici. E, cosa più importante, sembrano regalarci la speranza di una convivenza, se non del tutto pacifica, almeno sopportabile.