Lee Byung-hun

Professione:

Attore

Genere:

Uomo

Biografia

Dopo alcuni ruoli in produzioni televisive e cinematografiche partecipa a “Joint Security Area” (2000) diretto da Park Chan-wook. Si fa poi notare come il protagonista di film di grande successo di critica e di pubblico come “Bungee Jumping of Their Own” (2001). Il suo ruolo da protagonista in “A Bittersweet Life” (2005) di Kim Jee-woon sucita l’interesse di Hollywood dove debutta con “G.I. Joe: The Rise of Cobra” a cui seguiranno numerose partecipazioni ad action movie ad alto budget di grande successo come "G.I. Joe 2: Retaliation", "Red 2"e “The Magnificent Seven”. Nello stesso periodo è protagonista in patria di una serie di fortunati film d’autore come “I Saw the Devil” (2010), frutto della terza collaborazione con Kim Jee-woon, la messa in scena storica “Masquerade” (2012) e il thriller politico “Inside Men”. Nel 2018 è protagonista della serie Netflix “Mr. Sunshine” ambientata in Corea nei primi del Novecento. Quest’anno “Concrete Utopia” è stato uno dei film più visti in Corea. Attualmente è impegnato, nel ruolo del Frontman, nella seconda stagione della serie Netflix “Squid Game”.

Presentazione Critica

Il cinema ha sempre fatto parte della vita di Lee Byung-hun. È una passione che gli viene trasmessa da suo padre che trascorreva spesso il tempo libero al cinema con lui, per vedere gli amati film western americani. È stato lo stesso Lee a raccontarlo durante un recente intervento all’Università di Stanford in un panel sul futuro della Hallyu: “Le sale cinematografiche coreane del 1974 erano molto diverse da quelle di oggi: si poteva fumare, si vendevano calamari arrostiti e se i bambini dovevano fare pipì potevano farla in sala. Fumo, calamari e urina: immaginate l’odore. Malgrado questo mi manca terribilmente quella atmosfera”. È con lo spirito di un cinefilo che si appresta a sostenere le prime audizioni, senza tralasciare gli studi e conseguendo una laurea in letteratura francese. Piccoli ruoli in produzioni televisive e, dopo qualche anno, anche al cinema. Alla vigilia della grande occasione fornitagli dalla partecipazione a Joint Security Area (2000) diretto da Park Chan-wook, diventato inaspettatamente un grande successo commerciale oltre che di critica, Lee Byung-hun si era fatto notare nella commedia romantica The Harmonium in My Memory (1999) al fianco di una giovanissima Jeon Do-yeon. La carriera continua, nei primi anni del 2000 con dei ruoli, sempre più da protagonista, in film sentimentali con una costante di sofferta introspettività come Bungee Jumping of Their Own (2001) nel quale è un giovane professore di liceo che si scopre attratto da un suo studente.

Nel 2005 l’incontro col regista Kim Jee-woon segna, oltre che l’inizio di una lunga e proficua collaborazione, un punto di svolta nella carriera di Lee. L’uscita di A Bittersweet Life (2005) presenta la seducente immagine di un nuovo divo asiatico con il fascino languidamente malinconico di Alain Delon e la prestanza fisica di Bruce Lee. Il film viene presentato fuori concorso al Festival di Cannes e proprio lì avviene il primo contatto con un agente che gli prospetta un ingaggio negli Stati Uniti. Passerà ancora qualche anno, e un altro film con Kim Jee-woon che lo dirige nel kimchi-western The Good, the Bad, the Weird (2008) anch’esso presentato fuori concorso al Festival di Cannes, prima del debutto in un action movie hollywoodiano come “G.I. Joe: The Rise of Cobra”. Inizia nella carriera di Lee Byung-hun un periodo di intenso lavoro. Ben lungi dal concentrarsi sulla sola presenza negli USA, dove nel 2012 diventa uno dei primi attori coreani a imprimere le impronte sulla Hollywood Walk of Fame, l’interprete alterna raffinate pellicole d’autore in patria come l’horror I Saw the Devil (2010) (frutto della terza collaborazione con Kim Jee-woon) e la sontuosa messa in scena storica Masquerade (2012), in cui interpreta il doppio ruolo del monarca Gwanghaegun e del suo sosia, alle adrenaliniche pellicole hollywoodiane GiJoe 2: Retaliation(2013) e Red 2 (2013) al fianco di Bruce Willis, Helen Mirren, John Malkovich, e Anthony Hopkins.

Nel 2015 si misura con un ruolo inedito come quello del criminale con la mano mutilata Ahn in Inside men: Lee ha l’occasione per sperimentare un diverso approccio in cui, messe da parte bellezza e prestanza fisica, dà vita a un personaggio dal linguaggio salace e dai modi grotteschi. L’anno successivo corona il sogno, coltivato nei pomeriggi al cinema con il padre, prendendo parte con Denzel Washington, Chris Pratt e Ethan Hawke al Western americano. The Magnificent Seven (2016). Diretto da Antoine Fuqua è il sesto film girato negli Stati Uniti da Lee Byung-hun che, sempre nel 2016, è il primo attore coreano a comparire fra i presentatori dei premi Oscar. Il 2018 è l’anno di un’ulteriore consacrazione come protagonista della serie Netflix Mr Sunshine (2018) ambientata in Corea nei primi del Novecento. L’ufficiale di marina Eugene Choi diviene uno dei personaggi più amati fra le produzioni televisive coreane e la popolarità di Lee Byung-hun raggiunge una portata planetaria. Quest’anno “Concrete utopia”, dove ha stupito nuovamente il pubblico impersonando un uomo comune che si trasforma in un imprevedibile villain, è stato uno dei film più visti al cinema in Corea. Attualmente Lee Byung-hun è impegnato, nel ruolo del Frontman, nella seconda stagione della serie Netflix Squid Game.