Nato nel 1986, si è specializzato in cinema all'università. Ha diretto diversi cortometraggi tra cui “Dreaming, Child” (2015), e “Birds Fly Back to the Nest” (2016) che ha vinto un premio speciale della giuria al Mise-en-scene Short Film Festival ed è stato anche invitato al Tampere International Short Film Festival. “Move the Grave” è il suo primo lungometraggio ed è stato presentato al New York Asian Film Festival.
Presentazione Critica
Il cinema coreano volto al grande pubblico è sempre più spinto verso le affascinanti trame del thriller, ed è qui che il cinema indipendente fa il suo timido intervento, raccontando al pubblico la loro realtà, senza arzigogolate sfumature action o musiche accattivanti; “Move to Grave” racconta alla perfezione quello che è la Corea oggi; fatta di scontri generazionali, problemi economici e familiari. Attraverso il ‘road trip’ ci si sposta dalla trafficata città alla più tranquilla campagna insieme ai protagonisti affrontando con loro quel viaggio catartico si riflette sui problemi piccoli e grandi che ci attanagliano tutti i giorni. Le tre sorelle e il fratello protagonisti, figli di una generazione post bellica e legata alle tradizioni, si scontrano con la realtà delle loro vite stressanti e frenetiche come farebbe ognuno di noi. Jeong Seung-o, attraverso la satira, evidenzia una serie di problemi della società coreana contemporanea. I più evidenti sono quelli riguardanti lo status delle donne, lo scontro tra tradizione e progresso, e i legami che costituiscono una famiglia. Ribaltando i tradizionali dettami di famiglia coreana dove l’uomo comanda e la donna assiste in silenzio, le personalità delle sorelle sovrastano quella del fratello. I cinque fratelli, con il loro carico di problemi, non risolvono tutto incontrandosi ma ritrovano una complicità familiare che avevano perso. Non bisogna piacersi caratterialmente l’un l’altro per amarsi ed essere una vera famiglia.
