SECRET REUNION

Titolo Coreano:

의형제

Pronuncia Originale:

Ui-hyeong-je

Titolo Italiano:

Incontri Segreti

Regista:

Anno:

2010

Durata:

116 minuti

Nazione:

Corea del Sud

Formato:

35mm

Tipologia:

Colore:

Colore

Lingua:

Coreano

Sottotitoli:

Italiano, Inglese

Genere:

,

Distribuzione Internazionale:

Sceneggiatori:

Musiche:

Direttore alla Fotografia:

Montaggio:

Direttore Artistico:

Direttore delle Luci:

Costumista:

Effetti Speciali:

Edizione Festival:

Sezione Festival:

Sinossi:

Han-kyu Lee, agente dell’Intelligence della Corea del Sud non riesce ad evitare che una terribile sparatoria avvenga sotto i suoi occhi, e che i responsabili, spie della Corea del Nord, scappino indisturbate. Viene licenziato e finisce a lavorare come cacciatore di taglie per un’agenzia privata. Sei anni dopo incontra casualmente Ji-won Song, una delle spie fuggite durante l’agguato, e facendo finta di non riconoscerlo lo invita a diventare suo secondo. Ji-won Song accetta, anch’egli interessato a spiare in incognito Han-kyu Lee e i due si ritrovano a vivere insieme, e così a conoscersi davvero…

Recensione Film:

Secret Reunion mette in ballo due fattori sopra tutti, uno tangibile, la questione coreana che rimane sullo sfondo, e uno spirituale, preponderante, che tenta di sondare i meccanismi dell’empatia e del sentimento d’umanità. Come nella sindrome di Stoccolma, la vittima finisce per provare benevolenza per il carnefice, si identifica con i suoi dolori e tormenti, ma qui la cosa è vicendevole. Inizialmente Han-kyu vede in Ji-won colui che gli ha rovinato la carriera e la vita. Di contro Ji-won, da nord-coreano militante, pensa a Han-kyu come ad un traditore. Ma il senso di abbandono dell’uno, divorziato e con una bimba che vive dall’altra parte del mondo, diventa man mano quello dell’altro, con una famiglia lasciata in Corea del Nord da mettere in salvo in un luogo pacifico e lontano. Questo amore /odio, fatto di pedinamenti, doppi giochi, sotterfugi, lascia spazio a cedimenti, a compassione, ma anche a repentini rigurgiti di senso del dovere, che però rientrano, come gesti inconsulti domati, lasciando spazio al sentimento fraterno.